Meditazione, yoga, scrittura

Meditazione, yoga, scrittura

Meditazione, yoga, scrittura. Modi di prendersi cura di sé per diventare persone migliori. “Penso che lo yoga e la meditazione, come l’amore e la scrittura, mi accompagneranno, mi conforteranno, mi sosterranno fino alla morte”. (Emmanuel Carrère)


Il mio 40° compleanno ha segnato una svolta per me. Le svolte nella vita arrivano naturalmente, spesso senza preavviso. Per questo meglio farsi trovare preparati soprattutto rispetto a quei cambiamenti che sappiamo che toccano tutti e sono inevitabili: la malattia, la perdita, i distacchi, la morte, la sofferenza. 

Quei passaggi che nella vita segnano un prima e un dopo.

“… sofferenza, che insieme al cambiamento perenne, è la legge dell’esistenza”

Altre svolte, magari meno drammatiche, non riguardano necessariamente tutte le persone, sono personali della storia di ognuno. 

A volte subite, a volte decise. Consapevoli o meno. Richieste o sorprese. Donate o scambiate. 

La mia svolta dei 40 anni l’ho decisa a tavolino nel senso che la volevo. Prima di tutto per celebrare un compleanno importante. Poi per avere un ricordo da inserire in un nuovo capitolo della mia autobiografia. E infine perché proprio quell’anno, “casualmente”, avevo trovato un nuovo modo per prendermi cura di me e non volevo perdere l’occasione di sperimentarlo. 

Ci sono periodi della vita in cui la propria crescita personale è una priorità. Ci si investe molto, ci si impegna molto. Diventa piano piano bagaglio interiore da portare con sé negli anni a venire. Una specie di corredo come quello che una volta le spose ricevevano per iniziare la loro vita familiare. 

La mia svolta coincise con un piccolo viaggio in solitaria, zaino in spalla, sull’isoletta di Palmaria, dove per una settimana partecipai a un ritiro di yoga e meditazione Sumarah.  

Da quel momento tutto è cambiato. Mi si sono schiuse delle finestre, delle porte, una casa intera. Da quella casa è cominciato un nuovo viaggio, un nuovo percorso. È iniziata una nuova possibilità per me, da affiancare e integrare a tutte le altre incontrate negli anni precedenti.

Leggere le storie degli altri e ritrovare nelle loro parole le mie esperienze mi ha sempre aiutata molto a conoscermi, a capirmi, a legittimarmi, autorizzarmi, normalizzarmi, a sentirmi bene. 

La narrativa mi piace, ma il genere autobiografico, in modo particolare, amplifica il mio sentire, aumenta la mia visione del mondo, irrobustisce la mia comprensione e alimenta la mia compassione

Mi affido alla storia che mi viene raccontata, che riverbera dentro di me un’eco risonante. In modo naturale, spontaneo.

Questo mi succede quasi sempre e sicuramente mi è successo leggendo Yoga di Emmanuel Carrère, un

“meditante della domenica … che ha praticato in modo talmente irregolare, discontinuo, con pause così lunghe…”

Finalmente qualcuno come me! I lacci dei sensi di colpa si allentano!

Come a Carrère dopo anni di pratica non mi è successo niente di straordinario, ma “solo” “sentirmi pervadere da una sensazione di pace, di relazionarmi in modo più sereno con me stesso e con gli altri”.

“La mia triste storia può diventare universale”

Un po’ intimidita, in soggezione e affascinata dai “grandi meditanti”, infine ho conosciuto un compagno di meditazione e yoga alla mia portata! Altalenanti nella nostra buona abitudine.

Consiglio di leggere Yoga anche solo per questo, se ti senti sempre un po’ principiante e quello che cerchi è un sentiero da provare a percorrere. Dico “provare” perché non tutti i sentieri vanno bene a tutti. Si tratta di ascoltarsi e magari, se incuriositi, sperimentarsi.

Carrère racconta la sua esperienza, chi non ne sa nulla di yoga e meditazione troverà spiegati dinamiche e benefici soprattutto quelli legati alla respirazione, i neofiti alle prime armi alcune definizioni di meditazione confezionate grazie alla pratica, gli esperti una scrittura veramente piacevole. 

Chi scrive la sua biografia non aspira alla Verità, racconta la sua verità. Chi legge un’autobiografia non cerca la Verità, assiste a una verità.

“Voglio affrontare l’argomento da un punto di vista diverso, da un altro scaffale, che non è quello dei libri di autoaiuto. Non intendo dire soltanto che lo yoga e la meditazione servono a sentirsi meglio, ma anche che sono, più ancora che una pratica piacevole o salutare, una maniera di rapportarsi al mondo, una via di conoscenza, una modalità di accesso alla realtà meritevoli di occupare un posto centrale nelle nostre vite. Ecco che cosa avrei voluto dire raccontando la mia traballante esperienza”

Yoga si dipana seguendo tre fili di colore diverso che si intrecciano tra loro. 

Il primo è quello dedicato allo yoga e alla meditazione e ad un ritiro di meditazione vipassana. 

Il secondo è dedicato alla diagnosi di disturbo bipolare ricevuta dallo scrittore a quasi 60 anni a seguito di un ricovero in TSO in ospedale psichiatrico e alle vicissitudini di una vita legate alla sua malattia

Il terzo filo è quello di un laboratorio di scrittura condotto da Carrère organizzato in un centro migranti sull’isola greca di Leros per dare la possibilità ai ragazzi di raccontarsi. 

“Trasformare il tuo pensiero in parole e in frasi che batti su una tastiera è il gesto più importante della tua vita”

Così il secondo e il terzo filo si fondono grazie al tema della scrittura come cura di sé ed entrambi tessono una trama con il primo filo, considerando mediazione e scrittura alla medesima stregua, strumenti per stare meglio e diventare persone migliori

“Battere a macchina nel modo corretto, con tutt’e dieci le dita, avrebbe potuto essere la mia personale ed estrema forma di yoga”

“Forse non posso guarire dal male da cui sono affetto, ma posso raccontarlo. È il mio mestiere. È quello che mi ha sempre salvato nonostante tutto. Ottima idea!”

Raccontati e prenditi cura di te anche tu.  

A presto 

Rosalba

Photo by Chris Ensey on Unsplash